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Staël-Holstein, Anne Louise Germaine Necker baronessa di.

(detta Madame de Staël). Scrittrice francese. Figlia del banchiere ginevrino e ministro delle Finanze francese J. Necker e di S. Chucord, crebbe in un ambiente intellettualmente stimolante, a contatto con i personaggi più in vista della cultura e della politica francese dell'epoca. Degli anni della giovinezza sono alcune novelle, il dramma Sofia o i sentimenti segreti (1786), la tragedia Jane Gary (1786) e le Lettere sugli scritti di Jean-Jacques Rousseau (1788). Sposa (1786) del barone Eric Magnus Staël de Holstein, ambasciatore di Svezia a Parigi, seguì con entusiasmo gli eventi della Rivoluzione francese, salvo assumere a partire dal 1792 una posizione fortemente critica; nel 1792, scampata ai massacri del settembre, abbandonò Parigi per l'Inghilterra, da dove dopo qualche mese si spostò, trasferendosi nella dimora paterna al castello di Coppet, sul Lago di Ginevra. Morto il marito e legatasi sentimentalmente a B. Constant (1794), la S. spostò i suoi interessi dalla politica alla letteratura, pubblicando nel 1794 il romanzo breve Zulma, il testo di teoria del romanzo Saggio sulle opere d'immaginazione e il saggio Dell'influenza delle passioni sulla felicità degli individui e delle nazioni (1796). Più volte allontanata da Parigi (ove era rientrata nel 1795) a causa del suo impegno per una conciliazione nazionale, rimase, comunque, fedele al Governo, approvando anche i colpi di Stato del 1797 e del 1798; dapprima ammiratrice di Napoleone, cui indirizzò Della letteratura considerata nei suoi rapporti con le istituzioni sociali (1800), ben presto assunse nei suoi confronti una posizione critica che nel 1802, dopo la pubblicazione del romanzo epistolare Delphine, le causò la proibizione di dimorare in Parigi. Nel 1803 partì così per la Germania, ove conobbe e frequentò J.W. Goethe, J.C.F. Schiller e A.W. Schlegel (che diverrà precettore dei figli); di nuovo a Coppet per la morte del padre (1804), quindi, in Italia (1805), dal 1807 fece ritorno in Francia, pubblicando il romanzo Corinne (1807). Stabilitasi a Coppet, che divenne in questo modo un attivo centro di elaborazione culturale e di opposizione imperiale, nel 1810 fu posta sotto sorveglianza e subì il sequestro delle bozze del saggio, successivamente ritenuto il manifesto letterario del Romanticismo, La Germania. Del 1811 sono l'opera Dieci anni d'esilio (pubblicata postuma, come anche le Considerazioni sulla rivoluzione francese) e il dramma Sapho; l'anno seguente diede alla luce un figlio, nato dalla relazione con l'ufficiale ginevrino J. Rocca, che sposerà segretamente e col quale fuggirà in Russia. Di lì si spostò in Svezia, ove pubblicò Riflessioni sul suicidio (1812) e, quindi, a Londra, ove diede finalmente alle stampe La Germania. Dopo l'abdicazione di Napoleone fece ritorno in patria, muovendo quindi alla volta dell'Italia dopo Waterloo (Parigi 1766-1817).